In questo post ho disegnato per te un per-corso con 66 esercizi di scrittura creativa che ti permetteranno di sviluppare l’abitudine a scrivere, migliorare la tua tecnica e iniziare a lavorare alla storia che vuoi raccontare.
La prima volta è stata al liceo.
Mi è capitato di leggere, ora non so dove, questi versi:
«Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche […]»
A. Ginsberg, Howl
Non ne sapevo assolutamente nulla. Non sapevo, per esempio, che quello era l’incipit di Urlo, il poema più famoso di Allen Ginsberg. Tantomeno sapevo che Ginsberg fosse uno dei principi della beat generation. Né sapevo che fosse, la beat generation, a dirla tutta.
Quei versi mi si stamparono in testa. Iniziai le mie ricerche su Google e scoprii un mondo affascinante: un cortocircuito nel sistema capitalistico americano.
Ho sempre avuto una certa simpatia per gli emarginati, quelli che vanno «in direzione ostinata e contraria».
Mi venne anche la straordinaria idea di proiettare in classe Giovanni ribelli, un film che raccontata la poco sobria epopea beat. Diciamo che la professoressa, forse troppo puritana, è ancora scandalizzata.
Il ricordo della sua faccia davanti a certe scene mi è tornato in mente ultimamente. Mi è ricapitato per mano un libro di un altro dei principi del movimento: William Burroughs.
È un libricino sulla scrittura creativa, che ti consiglio di recuperare dove puoi (qui lo trovi su Amazon). A un certo punto scrive questo:
L’artista sta cercando di far accadere qualcosa nella mente dello spettatore o del lettore.
W. Burroughs, La scrittura creativa
Ecco, dopo anni, ho capito che era proprio a quello ad avermi catturato: la capacità di quelle taglienti parole di far accadere qualcosa nella mia mente.
Ginsberg, Kerouac, Burroughs e gli altri sono stati sicuramente maestri in quest’arte. Spero che gli esercizi di scrittura creativa che farai ti permettano di sviluppare, almeno un po’, quest’abilità.
L’essenza della scrittura è lì: far succedere cose. Se vuoi raccontare storie d’impatto, ricordalo.
Sei pronto?
Questo percorso è disegnato per persone motivate e che vogliano davvero iniziare a scrivere meglio. La scelta è tua: puoi investire i prossimi 2 mesi su te stesso oppure continuare a rimandare. Se pensi che sia arrivato il momento giusto, vediamo subito il primo obiettivo che ti devi porre.
La strada per l’eccellenza: a cosa servono gli esercizi di scrittura creativa
10,000 ore.
Questo è il tempo che, secondo Malcom Gladwell, bisogna passare a fare una qualunque cosa per diventare un esperto.
Ora, la teoria può essere discutibile. Infatti qualcuno l’ha discussa e magari lo farai anche tu: non importa ora. Lascia per un attimo da parte il numero e guarda il messaggio di fondo.
Roma non è stata costruita in un giorno. Il tuo obiettivo non sarà raggiungibile in qualche settimana. La strada per il successo è lunga e fatta di piccoli, costanti passi.
Se vuoi diventare uno scrittore, in altre parole, devi abituarti a scrivere. Le idee inizieranno a piovere, lo stile prenderà forma. Non c’è corso di scrittura, master o scuola che tenga.
Sicuramente gli esercizi di scrittura creativa ti possono aiutare a sviluppare l’attitudine all’eccellenza.
Pensa a qualunque scrittore, magari il tuo preferito. Stai pur sicuro che, nella sua vita, ha scritto migliaia di pagine. Lo ha fatto per abitudine, oltre che per bisogno e dovere. È l’unico percorso che ti porterà a scrivere meglio.
Non ho mai letto di uno scrittore che, da un giorno all’altro, ha scritto un capolavoro o anche solo una buona storia.
Devi abituarti a scrivere…
Ma come si crea un’abitudine?
Semplice, ti svegli una mattina e, fissando lo specchio, ripeti (quante più volte possibile): «Da stamattina + aggiungi abitudine a piacere».
Facile, no?
Purtroppo no. Nella mia vita ho provato ad abituarmi a fare tante cose: a volte ci sono riuscito, spessissimo no. Quando ci sono riuscito, ancora più spesso, l’ho fatto in maniera inconsapevole.
Da anni scrivo tutti i giorni: è un’abitudine. Negli ultimi anni lo faccio come lavoro, ma già da prima buttavo sempre giù qualcosa.
Come prendere l’abitudine di scrivere: una strategia in 4 fasi
In fondo un’abitudine è questo: un comportamento automatico. Qualcosa che facciamo come bere un bicchiere d’acqua. So che forse hai una domanda:
Quanto tempo è necessario perché scrivere diventi automatico?
Tranquillo, non ci vogliono per forza anni.
Secondo studi scientifici, prima che un comportamento diventi un’abitudine, ci vogliono in media 66 giorni.
Il processo di acquisizione dell’abitudine, di solito, funziona secondo questo schema:
Lo ha sviluppato James Clear, esperto di abitudini e autore del best-seller Atomic Habits. Fondamentalmente funziona così:
- Cue (spunto ad agire): Ti arriva una notifica
- Craving (impulso): Vuoi sapere chi e cosa ti ha scritto
- Response (risposta): Prendi il cellulare
- Reward (ricompensa): Soddisfi l’impulso «leggere il messaggio» e la risposta «prendere il cellulare» viene associata allo spunto «arrivo della notifica».
Così facendo il tuo cervello, ogni volta che ti arriva un messaggio, ti fa prendere il cellulare, aprire l’app dei messaggi e rispondere. Tutto in automatico.
Come applicare lo stesso meccanismo alla scrittura? E come sfruttare gli esercizi di scrittura creativa? Ti do qualche consiglio:
- Definisci un orario in cui fare gli esercizi. In questo modo andrai a creare uno spunto ad agire equivalente alla notifica. Esempio: Faccio gli esercizi di scrittura creativa ogni giorno alle 14:00.
- Stabilisci obiettivi a lungo e breve termini chiari. Ogni giorno, quando finisci il tuo esercizio, devi sentirti gratificato. Il tuo cervello deve provare la sensazione di ricompensa: così, provando piacere, ti porterà a ripetere l’azione di scrivere. Come indurre questa sensazione? Scrivi su un foglio cosa vuoi ottenere da qui a 2 mesi e cosa vuoi ottenere ogni giorno. Esempio: Ogni giorno voglio fare almeno 1 esercizio di scrittura creativa ed entro 2 mesi voglio essere in grado di scrivere un racconto da 5000 parole.
- Crea un ambiente pro-abitudine. Non devi far fatica a decidere. Rimuovi ogni ostacolo che ti possa far pensare: «Oggi non scrivo, non ho voglia di…». Ti raccomando di destinare uno spazio a quest’attività. Può essere la tua scrivania: sgombrala da ogni distrazione, tieni sempre quaderni e penne a portata di mano e… partiamo.
66 esercizi di scrittura creativa: inizia il tuo percorso
Tieni a mente queste dritte.
Ora che sai come lavorare per sviluppare un’abitudine possiamo iniziare. In questo percorso troverai la giusta dose di teoria che ti serve e gli esercizi per mettere subito in pratica.
Di cosa hai bisogno? Solo di qualche quaderno e qualche penna. Infatti ti consiglio di scrivere a mano: ti fa concentrare e ricordare di più. Lo dice anche la scienza. E poi è decisamente rilassante.
Ci sei?
Alla fine di questi 66 giorni di esercizi di scrittura creativa avrai iniziato a sviluppare l’abitudine di scrivere e potrai iniziare a lavorare al tuo romanzo, racconto, film o serie tv. Partiamo.
Giorni 1-15: L’arte di scrivere
Iniziamo così: 15 giorni per prendere dimestichezza con la scrittura. Queste 2 settimane ti serviranno per iniziare a raccogliere le idee e definire un tuo stile personale.
Giorni 1-7: Flusso di coscienza.
Inizia così: prendi un quaderno, tienilo a portata di mano e ogni mattina scrivi finché il tuo cervello continua a partorire parole.
Rimuoviamo subito ogni ostacolo.
La tecnica del flusso di coscienza ti farà prendere confidenza con la tua nuova abitudine e farà emergere tante nuove idee.
Non aver paura di mettere su carta ciò che ti passa per la testa. Non pensare troppo alla sintassi, alla cura formale: ci sarà tempo per questo.
Vedrai che scatteranno connessioni a cui non avevi mai pensato.
Giorno 8-15: Impara dai migliori.
Arrivato a questo punto molto probabilmente hai già un bel po’ di pagine scritte.
Che ne dici di andare a lavorare sulla forma? Il metodo è abbastanza semplice e collaudato. I grandi artisti rubano, dice la citazione, forse di Picasso (ma c’è una certa discussione).
Come si fa a rubare da artista? Io ti consiglio di fare così:
Prendi il tuo autore preferito, quello che ti tiene incollato ai suoi libri, e smontalo. Ricopia sul tuo quaderno i passi delle sue storie che ti colpiscono di più.
Perché ti piacciono così tanto? Cos’hanno di particolare? Come ha costruito le frasi? In che modo si sviluppa la storia? Che dicono i personaggi e cosa si dice di loro? E continua pure tu.
La prossima settimana sarà dedicata a quest’esercizio. Sei libero di ripeterlo all’infinito, specialmente quando senti di essere in un periodo di blocco dello scrittore.
Giorni 16-23: Dillo a parole
Nelle scorse settimane hai iniziato ad abituarti a pensare, immaginare, agire per scrivere. Ora con questa serie di esercizi di scrittura creativa iniziamo ad aggiungere colori alla tua tavolozza. Per la prossima settimana ti dedicherai alla descrizione.
Giorno 16: L’emozione ha voce
Leggi il testo di Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De Andrè e cerca di descrivere in 300 parole le emozioni che ti trasmette. Cerca di essere più specifico che puoi, usa metafore potenti, fa’ venire voglia di ascoltare la canzone:
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
venuto dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
Fabrizio De André
Giorno 17: Mangia a parole.
Devi portare a cena un tuo amico straniero. Ovviamente scegli un ristorante italiano, ma lui non conosce la nostra cucina. Descrivilo, partendo dalla preparazione o da dove preferisci, in modo da far venire l’acquolina alla bocca a chi legge. Non superare le 160 parole.
Giorno 18: Intorno al profumo.
Qual è il profumo più caratteristico che ti viene alla mente ora? Chiudi gli occhi, apri la finestra, fai ciò che vuoi. Scrivi una breve storia partendo dalla descrizione di questo profumo. È lo spunto per raccontare un ricordo, in 500 parole.
Giorno 19: Affronta la paura.
Fai una lista: le 5 paure più grandi della tua vita. Ora prendi quella che ti terrorizza di più e mettiti nella peggior situazione possibile per affrontare. Descrivi le tue sensazioni in non più di 200 parole.
Giorno 20: Che vergogna!
Come si descrive la vergogna? Ne esistono talmente tante sfumature che sono certo riuscirai a trovare la tua chiave. Riporta alla mente quella volta in cui ti sei davvero vergognato da morire. Poi metti su carte ciò che hai provato, in 300 parole.
Giorno 21: Era iniziata bene (o no?).
Hai visto Parasite? Non ti faccio spoiler, ma diciamo che è il perfetto esempio di quello che ti sto per dire. Molto spesso la vita è un saliscendi emozionale: magari una giornata inizia alla grande e finisce per buttarti giù. Prova a descrivere uno di questi cambi di registro: da felicità a disperazione, da disperazione a gioia, scegli tu. Non hai limiti di parole, ma non esagerare.
Ah, e se Parasite non l’hai visto, vedilo il prima possibile.
Giorno 22: Che profumino…
Un uomo invita una donna a cena. Lei è a casa sua, seduta sul divano e descrive l’aroma del piatto che lui sta cucinando. Abbonda pure di dettagli e fai trasparire come lei stia capendo di essere innamorata.
Giorno 23: Scrivi il suono.
Inizia la tua storia con una descrizione di un suono, da 100 parole. Una sirena? L’infrangersi del mare? Scegli tu. Stai alla larga dei cliché e fai venire voglia di leggere il resto della storia.
Giorno 24-30: Frammenti
Giorno 24: La prima volta.
Racconta l’ultima volta in cui hai fatto qualcosa per la prima volta. Non superare le 1000 parole. Puoi iniziare descrivendo il paesaggio o l’ambiente intorno a te in modo da far trasparire le tue emozioni.
Giorno 25: Una pietra miliare.
Ripercorri gli ultimi anni. Quali sono gli eventi che li hanno segnati di più? Possono essere felici, ma anche no. Seleziona quello che ha segnato un punto di svolta. Inizia così: «Da allora niente è stato più lo stesso».
Giorno 26: Cuor di leone.
Qual è l’ultima volta che avevi una tremenda paura di fare qualcosa? Racconta, in 500 parole, quello che è venuto dopo. Dove hai trovato il coraggio di provarci?
Giorno 27: Quella giornata…
Scrivi una pagina allegra. Leggendola deve trasmettere tranquillità e spensieratezza. Racconta una giornata particolarmente allegra, descrivendo con cura ciò che ti ha trasmesso più positività. Non andare oltre le 500 parole (anche domani).
Giorno 28: Una giornata di pioggia.
Riprendi il racconto di ieri. Ecco, fai l’esatto contrario: racconta una giornata drammatica. E rileggi sopra.
Giorno 29: Tutto per tutto.
Racconta un evento in cui ti sei giocato il tutto per tutto. O la va o la spacca. Quando si avvicina il momento decisivo dilata il tempo. Immagina di essere un regista e riprendi ciò che succede al rallenty. Descrivi dettagli, movimenti, fatti con la massima precisione possibile. Occhio a non esagerare: il limite è 1500 parole.
Giorno 30: La semplicità.
Racconta un gesto o un’azione semplice che ti ha colpito: un uccello che vola via, un uomo che strappa un foglio o qualunque altra cosa. Cerca di dare un significato metaforico, senza forzare.
Giorno 31-35: Ora dillo meglio
Lo scrittore è qualcuno che, prima di tutto, sa riscrivere. Ti sembra banale? Non lo è affatto. Questi nuovi esercizi per scrivere meglio ti fanno prendere la mano con l’arte dell’editing. Te lo dico: preparati a tagliare, buttare via, cambiare ciò che hai già scritto.
Giorno 31: Analizzati.
Il primo esercizio per scrivere meglio è rileggersi. Possibilmente a distanza, il tempo amplifica il giudizio. Riprendi i racconti degli scorsi giorni e correggili. Un buon aiuto possono essere le 40 regole per scrivere in italiano di Umberto Eco.
Giorno 32: L’essenziale.
Lo scrittore è essenzialmente uno che riscrive. Di solito riscrive per dire cose diverse o dirle in maniera diversa. Se vuoi dirle meglio, dille con meno parole che puoi. Prendi uno dei tuoi racconti, possibilmente il più lungo, e asciugalo. Qualche regola:
- Se una frase non è necessaria, cancella
- Se una parola non è necessaria, cancella
- Quell’aggettivo ci vuole proprio?
- E quell’avverbio?
- Evita troppe subordinate
- In basso a destra, sulla tua tastiera, dovrebbe esserci il punto: usalo
- Provaci: ogni frase, massimo 20 parole
Giorno 33: Abbondare è meglio (questa volta).
Ieri hai lavorato di lima. Soddisfatto? Oggi puoi dare via libera al tuo io barocco. Farcisci il racconto più scarno che hai scritto di sequenze descrittive, subordinate che scendano nello stato d’animo, aggettivi che dipingano gli oggetti di cui parlo. Non c’è limite di parole.
Giorno 34: Come a un bambino.
La parola d’ordine è: semplifica. Devi raccontare la tua storia più complessa a un bambino. Evita paroloni, metafore ardite e voli pindarici. Non dare per scontato nulla e… in bocca al lupo.
Giorno 35: Fai senza.
Riscrivi uno dei tuoi racconti senza usare aggettivi. Neanche quello lì a cui stai pensando ora. Mantieniti entro lo stesso numero di parole e assicurati che il testo trasmetta lo stesso messaggio.
Giorno 36-42: Punto di vista
Gli esercizi di scrittura creativa che stai per fare sono un detonatore per la creatività. Hai mai immaginato di essere un’altra persona? Se la risposta è sì, queste prove ti faranno divertire da matti. Se no, beh, non c’è tempo da perdere: parti ora.
Giorno 36: Dalla parte sbagliata.
Quasi sempre guardiamo le storie dal punto di vista di buoni, supereroi o anche persone normali. Questa volta dai voce alla versione dell’antagonista. Immagina che, per una volta, sia lui il protagonista. Puoi scegliere il personaggio da libri, racconti, film, serie tv.
Giorno 37: Lettera a te stesso.
Cosa diresti al te stesso di qualche anno fa? Questa è la tua opportunità. Pensa a un evento, un insegnamento o un’esperienza che ti ha segnato. Cos’è che avresti voluto o dovuto sapere prima? Sarà il tema della lettera: è preziosa, non deve andare oltre le 500 parole.
Giorno 38: Dillo tu.
C’è una storia, o più di una, che a casa tua si continua a raccontare da anni? Una di quelle che tornano a tavola per ogni festa o ricorrenza. Ecco, ricostruiscila e raccontala come se fosse accaduta a te. Sei un narratore in prima persona: sì, hai la libertà di inventare ciò che non ricordi.
Giorno 39: Da fuori.
Stai passeggiando quando ti fermi all’altezza di un ristorante. Dentro una coppia sta litigando furiosamente. Dai il tuo punto di vista sulla situazione. Perché ti ha colpito così tanto?
Giorno 40: Mischiamo il mazzo.
Hai mai pensato di essere una carta da gioco? Spero di no. Però ora è arrivato il momento: sei appena stata pescata. Questo è l’innesco del racconto, il resto sta a te. Limite? 1000 parole.
Giorno 41: Stai per sdoppiarti.
Sul labile filo tra genialità e trash cammina Liberato. Se non lo conosci, beh… davvero non lo conosci? ME DISPIACE. In ogni caso stavolta non serve sapere chi sia, chi sono, dove si nasconda, qual è il senso della vita.
Prendiamo uno spunto da due suoi video: INTOSTREET e JE TE VOGLIO BENE ASSAI. Raccontano, messi insieme, una storia d’amore: prima dal punto di vista di lui e poi da quello di lei. O il contrario? Vabbè, fai come ti pare.
Guarda i video e prova a raccontare a modo tuo la storia di questi due ragazzini. Ricorda: da entrambi i punti di vista. Scegli tu da dove cominciare e tieniti entro le 15000 parole.
Giorno 42: So tutto io.
Apri un giornale. Va bene uno qualunque: se è di carta, hai diritto a un premio. Prendi il primo caso di cronaca – senza soluzione – che trovi. Racconta il fatto, risolvendo tutti i dubbi: sei un narratore onnisciente.
Giorno 43-50: Chi è?
Tra gli elementi di una storia è uno di quelli che fa la differenza: il personaggio. Creare personaggi non è facile come può sembrare. Devono essere realistici e attraenti, empatici e avvincenti: come si fa? La prossima settimana servirà a sporcarti le mani.
Giorno 43: L’arco del personaggio.
Americani e inglesi lo chiamano “character arc“: è, in poche parole, il processo di trasformazione che un personaggio vive durante una storia. Padroneggiare questo processo può fare la differenza tra un personaggio noioso e uno appassionante.
Individua l’arco di trasformazione del personaggio che preferisci. Scrivi qualche riga che lo presenti all’inizio della storia e poi qualche altra che lo descriva alla fine. Cos’è cambiato? Quali sono le differenze più evidenti? Che tappe lo hanno portato a quello stadio?
Giorno 44: Trova il protagonista.
Iniziamo a costruire un personaggio. Come? Semplice, affonda le mani nella tua esperienza. Pensa a qualcuno che conosci: non importa se lo conosci bene o no. Perché ti affascina? Qual è un grande obiettivo che potresti fargli rincorrere? Fatti qualche domanda e completa un piccolo identikit:
- Età
- Sesso
- Istruzione
- Lavoro
- Valori
- Desideri
- Paure
- Atteggiamenti.
Un piccolo trucchetto: completa questo test della personalità come se fossi il tuo personaggio. Non fermarti troppo a pensare, rispondi secondo il tuo istinto. Ricaverai un mucchio di informazioni preziose per costruire un personaggio realistico e profondo.
Una volta che hai completato il profilo del personaggio mettilo sotto pressione. Crea una situazione che riveli qualche tratto fondamentale della sua personalità. Un esempio? Ecco un esercizio di scrittura creativa dalla Pixar:
Giorno 45: L’antagonista.
Ieri hai dato vita a un potenziale protagonista. Oggi, usando le stesse tecniche, crea il suo acerrimo nemico. Costruisci il suo identikit: anche questa volta il test di 16personalities può darti tanti spunti interessanti. Poi mettilo in difficoltà e, perché no, fallo incontrare – o scontrare – col protagonista.
Giorno 46: Spin-off.
Gli spin-off, per farla semplice, sono opere narrative derivate da un’opera principale. Ci sono tanti esempi famosi di serie o film che, per esempio, approfondiscono la storia di personaggi originariamente secondari.
Adesso tocca a te: pensa a un personaggio di romanzi, film, serie, fumetti. Catapultalo in un altro ambiente, immagina gli sviluppi della sua vita oppure racconta il suo passato. È l’incipit dello spin-off, non superare le 1500 parole.
Giorno 47: That’s amore.
Un personaggio si costruisce a piccoli tratti di pennello. Ha pregi e difetti, paure e obiettivi, desideri e debolezze. Pensa ora a un tratto della personalità che ami di una persona che conosci. Descrivilo, raccontalo, insomma: mettilo su carta (in 300 parole).
Giorno 48: L’anima in camera.
Anche gli ambienti possono raccontare molto della nostra personalità. Descrivi la camera da letto del tuo protagonista in modo tale che ci dica qualcosa sui suoi più grandi desideri.
Giorno 49: Che anno è?
Stai scrivendo un romanzo ambientato nel 2001. Nella prima scena l’attenzione è sul protagonista. Descrivi il personaggio, l’ambiente che lo circonda e tutto ciò che preferisci affinché si capisca in che anno siamo. Importante: non puoi dire l’anno, né in maniera implicita né esplicita, e hai 1000 parole.
Giorno 50: Corriamo…
Devi scrivere una scena che colleghi due parti di un romanzo. Tra la prima e la seconda parte sono passati circa 10 anni. Scrivi un sommario, abbastanza rapido ma dettagliato, che descriva i cambiamenti sul viso del protagonista. È chiaramente uno spunto per parlare di ciò che la vita gli ha riservato in quel tempo.
Giorno 51-58: Falli parlare
Tocchiamo un tasto dolente: scrivere i dialoghi. Molto spesso anche romanzieri bravi e affermati scrivono conversazioni scadenti. Non a caso ho riservato questi esercizi alla fase finale del tuo percorso. Sei pronto? Partiamo subito con una prova molto particolare.
Giorno 51: Senza parole.
Iniziare questa serie di esercizi di scrittura creativa può sembrare strano. Però ti assicuro che è un ottimo modo per riflettere sul modo in cui comunichiamo. Scrivi un dialogo senza parole.
Come? I due personaggi sono vicini, magari seduti o magari passeggiando, e comunicano solo attraverso cenni, gesti, movimenti. Se cerchi ispirazione, guarda questo film futurista: Amor pedestre. Tutto il racconto va avanti inquadrando solo i piedi.
Giorno 52: Le parole dicono tutto.
Un principio delle storie di successo è «mostra, non dire». Ti faccio un esempio: Gianni è un ragazzo insicuro. Non descrivere la sua insicurezza, falla vedere in azione. Un dialogo con una ragazza che gli piace può essere un ottimo espediente.
Giorno 53: Il non-detto.
Uno dei difetti più evidenti di tanti dialoghi è dire troppo. Sono troppo perfetti. Riescono a esprimere universi interiori, senza interruzioni e in poche battute. Quante volte ti è capitato nella vita reale? Credo poche.
Immagina questa scena: è sera, un ragazzo e una ragazza sono appena usciti dal cinema e si stanno avviando verso casa. Lui vorrebbe trovare una scusa per passare ancora tempo con lei, però non sa cosa inventarsi. Scrivi il dialogo con questo non-detto in sottofondo.
Giorno 54: Una ragazzata.
Tre ragazzini, fuori scuola, decidono di montare uno sciopero: devono convincere tutti gli altri a unirsi a loro. Come? Sta a te deciderlo. Pensa ai motivi, i vantaggi e i rischi di uno sciopero. Parlane con un lessico da ragazzi delle superiori.
Giorno 55: Chiacchiere da bar.
Il telegiornale ha appena trasmesso una notizia importante. Un gruppo di amici è riunito in quel microcosmo che è un bar: stanno commentando. Cosa dicono? Ascoltali e riporta la conversazione. Un consiglio: può essere un’ottima tecnica per rappresentare diversi modi di pensare.
Giorno 56: Ti invio un WhatsApp.
Oggi le forme dei dialoghi sono varie e diverse tra loro. Come riprodurresti su carta una conversione WhatsApp? Immaginati una discussione tra due amici che stanno parlando di un’azione che uno dei due ha fatto ultimamente.
Giorno 57: Le voci italiane
Ci sono un napoletano, un romano e un milanese su un treno. E no, non è l’inizio di un barzelletta: è l’esercizio di oggi. Immaginati un dialogo tra questi tre personaggi: nessuno di loro sa di dove siano gli altri. Si deve capire solo dal lessico che usano.
Giorno 58: Un’opera di convincimento.
Come convinceresti un amico a non fare un errore? Allenati a farlo qui. Tutto inizia così: «Sai che stai sbagliando…». Continua tu, cerca di essere più persuasivo che puoi.
Giorno 59-66: Entra in gioco
Gli esercizi di scrittura creativa sono finiti (o quasi). Ora, chiamali writing prompts o chiamali come vuoi, ti do un po’ di materia grezza per iniziare a raccontare le tue storie. Ci sei? È il tuo turno.
Giorno 59: Raccontando il reale.
Ri-apri il giornale. Va bene anche quello di carta che avevi qualche giorno, se ce l’avevi. Partendo da una notizia, scrivi un racconto da 5000 parole. Immagina quello che è venuto prima, quello che è venuto dopo, descrivi i personaggi, fai quello che credi sia meglio per tenere incollati alle pagine.
Giorno 60: Scatta un racconto.
Una fotografia immortala un attimo. Prendi una foto, magari stampata: immagina che abbia un tasto play. Se lo premessi, cosa racconterebbe? Scrivi un racconto a partire da quell’immagine. Cos’è successo quel giorno? Che emozioni hai provato? Libera fantasia.
Giorno 61: Gli occhi parlano…
Guarda negli occhi una persona. Cosa dicono? Sono tristi e malinconici o felici e spensierati? Racconta quello che ci leggi. L’unico vincolo è questo: le prime righe devono essere una descrizione degli occhi.
Giorno 62: Parti dalla fine.
Uno dei migliori modi per iniziare a scrivere una storia è partire dalla conclusione. Immagina un possibile sviluppo e arriva subito alla fine. Hai 5000 parole per scriverla.
Giorno 63: E ora finisci.
Ok, ieri hai iniziato la tua storia. Oggi scrivi il resto, seguendo la struttura a tre atti: introduzione, scontro, risoluzione. L’ultimo atto dovresti già averlo, manca il resto: crealo.
Giorno 64: Che vuoi scrivere?
Questo è un esercizio per aumentare la creatività: prendi un foglio bianco e butta giù 10 idee (o più) di storie che ti piacerebbe raccontare. Per ciascuna idea trova un possibile titolo e riassumi introduzione, sviluppo e conclusione in 3-4 righe.
Giorno 65: Mattone su mattone.
Sono passate 24 ore: riprendi il foglio di ieri. Rileggi le idee, i titoli, le sintesi. Cosa ti convince ancora? Trova una singola idea da portare avanti.
Una volta fatto questo inizia a creare una struttura per la tua storia. La struttura può essere questa:
Semplicemente per ogni fase della storia includi un certo numero di eventi che devono capitare. Ogni evento deve portare avanti la narrazione.
Giorno 66: Ora comincia il bello.
Come sono andati questi mesi? Sei riuscito a sviluppare l’abitudine di scrivere? Quali esercizi hai preferito?
Rispondi nei commenti se vuoi raccontare la tua esperienza.
Da oggi hai una sfida: sviluppa la tua storia nella miglior forma possibile. Aspetto di leggerla.
A presto!
Felice.
P.S.: Hai feedback sul percorso? Vuoi consigliare nuovi esercizi di scrittura creativa? Scrivimi qui sotto, sarei davvero contento di conoscere il tuo parere.